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All'avanguardia da 16 anni

All'avanguardia da 16 anni

E’ tempo di iscrizioni. E le iscrizioni procedono magnificamente nonostante la drastica diminuzione del budget pubblicitario (+18% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Ma non è poi così strano: la qualità si dimostra sul campo e non nei cartelloni! Come ogni anno riordiniamo il sito web, che non è solo public image ma anche una veloce via di accesso alla nostra piccola comunità.  Così, mentre attendiamo che suoni la campanella scolastica possiamo ripercorrere la nostra storia, riflettere. Ed è l’occasione per fare un bilancio, del tempo trascorso, dei semi gettati, delle imprese realizzate e anche degli errori che ci hanno insegnato qualcosa.

Non ci sembra vero, ma dall’aprile del 1991, anno in cui è stata aperta la prima piccolissima sede, sono passati più di sedici anni! Quasi non ce ne siamo accorti, assorbiti dal lavoro per crescere, sperimentare, lanciare nuove idee, investire per il futuro. E molti ragazzi che si iscrivono oggi alla nostra scuola erano appena nati all'epoca della sua fondazione.

Quante esperienze!  Siamo ancora giovani, certo, ma allora lo eravamo molto di più, protagonisti di un vero ricambio generazionale nella scuola non statale, i cui risultati sono oggi ben visibili, almeno così ci pare. Nel frattempo la scuola italiana nel suo insieme andava allo sbando.

La politica se ne sta accorgendo soltanto adesso, ed ha perfettamente ragione il Ministro Fioroni quando parla di Istituti pubblici ridotti a "progettifici", ovvero burocratici produttori di aria fritta, così come ha ragione nel voler porre un freno agli istituti privati venditori di diplomi. Ci riuscisse davvero, e in tutto il territorio nazionale, saremmo noi i primi ad essergli grati ed a rivolgergli un pubblico encomio!  

Qualche dubbio in proposito è più che legittimo averlo, dopo avere assistito ad almeno tre lustri di caduta libera della scuola italiana, fino ad arrivare al problema dell'impoverimento dell'istruzione come vera emergenza nazionale, segnalato oggi, non senza ragioni, in un interessante articolo di Aldo Schiavone per Repubblica.

Ma cosa abbiamo fatto noi, concretamente, in tutti questi anni? Nel sito web, che già trabocca di materiale, è documentata una piccola parte del nostro lavoro, la più recente, ma vorremmo includere al più presto anche le esperienze degli anni passati.  Dai seminari e dagli incontri culturali, dentro e fuori dalla scuola, al forum scolastico su internet, dalle mostre d’arte all’esperienza dell'apertura di un vero spazio espositivo e alla collaborazione con fotografi e artisti. E poi la lettura dei quotidiani, il cinema a scuola, la ricerca costante del massimo livello di trasparenza e di comunicazione, la partecipazione al dibattito pubblico attraverso gli organi di stampa, la costante attenzione per creare e mantenere stabilmente un’equipe di collaboratori bravi e affiatati. E infine la crescita e il potenziamento delle strutture (la doppia sede di Cagliari e quella Carbonia, entrambe attrezzatissime) e  i riconoscimenti ministeriali, ultimo dei quali il decreto di parità scolastica per il liceo delle scienze sociali di Carbonia.  

Di innovazioni nel “metodo didattico” preferiamo non parlare, sa troppo di facile slogan da diplomificio: di fatto i nostri studenti si trovano bene a scuola e si accorgono di imparare qualcosa, le famiglie notano dei positivi cambiamenti nei loro ragazzi, gli studenti lavoratori raggiungono i risultati desiderati. E tantissimi si iscrivono per il passa-parola. Un motivo ci sarà. Cerchiamo di scegliere bene gli insegnanti e metterli in condizioni di lavorare con profitto, curiamo il rapporto personale con gli alunni e li responsabilizziamo, li facciamo sentire di una struttura che ha regole certe e condivise. O almeno ci sforziamo diraggiungere questo risultato, e se un sistema non funziona ne proviamo subito un'altro. Senza fermarci mai. E senza mai perdere di vista la semplicissima ma efficace essenza del rapporto didattico: un insegnante che conosce e ama la sua disciplina e vuole trasferire questo amore ai propri studenti.   

Alcuni anni fa accompagnammo gli studenti ad un incontro con il famoso storico della letteratura Giuseppe Petronio, poi scomparso nel 2003. All’epoca il nostro Petronio era già un vecchietto ultranovantenne, e quella fu forse una delle sue ultime uscite pubbliche. Quel grandissimo docente, lucidissimo e vitale, catturò immediatamente l’attenzione dei giovanissimi studenti. Parlando del bilancio del proprio lavoro disse: non so se ho fatto molto o poco di buono, ma una cosa è certa, mi sono molto agitato.

Anche noi, come scuola, fatte le debite proporzioni e nel nostro piccolo, ci siamo agitati moltissimo in questi sedici anni, e contiamo di continuare a farlo per gli anni a venire, grazie alla fiducia che continuate a concederci.

SCRITTO DA FAUSTO FERRARA   

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