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Amore e Psiche: una lezione ... spettacolare!

Amore e Psiche: una lezione ... spettacolare!

Di Laura Pusceddu - Quattro dee jay e una radio. Una compagnia teatrale che dà buca, e una telenovela radiofonica da mandare in onda nell’immediato. Questo lo scenario di ieri mattina nei locali del Liceo Pirandello di Carbonia, ove è stata rappresentata Amore e Psiche riadattata per un pubblico di giovani studenti.  Il successo è stato strepitoso.

Una lezione spettacolo presentata dalla Compagnia del Teatro Stabile della Sardegna (circuito CEDAC) che dal 17 febbraio al 19 marzo è impegnato nell’iniziativa che porterà il teatro, e il suo straordinario linguaggio, nelle scuole che aderiranno al progetto.   

Ieri mattina gli attori Eleonora Giua, Edoardo Giannetti, Paolo Meloni e Luigi Tontoranelli hanno rappresentato “Amore e Psiche”, legata ad un tema che appassiona giovani e meno giovani, donne e uomini di tutti i tempi: l’amore.

Due tavoli, dei microfoni, e un jingle di disco-music: attacca lei, la Giua, disperata perché il Teatro di Sardegna ha dato buca, e come si fa a mandare in onda la telenovela più amata dai radioascoltatori, “Amore e Psiche”? Proprio quella tratta dall’Asino d’Oro di Lucio Appio Apuleio, impreziosita da passi opportunamente selezionati dal Simposio di Platone.

Ai quattro dee jay non resta che improvvisarsi teatranti. Ed ecco che la splendida novella acquista un sapore di contemporaneità, con Psiche che ogni notte attende intrepida suo marito Amore, e che smania dalla voglia di vederlo ma ciò le è negato perché Amore, figlio di Afrodite, avrebbe dovuto uccidere la bella principessa per volontà di Afrodite stessa, gelosa della sua bellezza, ma nel momento in cui Amore la vede, così bella e delicata, non può far altro che amarla, avvolgendola però dall’oblio delle tenebre e imponendole il divieto di poterlo guardare. Quando Psiche, sobillata dalle gelosissime sue sorelle che ritengono Amore un essere mostruoso, riesce a sorprenderlo nel sonno e a guardarlo in viso, assiste allo spettacolo più bello mai visto prima: una cascata di riccioli biondi che ricadono sulle spalle del dio, il suo uomo, che la punirà per non aver obbedito al divieto di guardarlo, per poi sposarla dopo un’infinità di peripezie.

La trama si snoda attraverso esilaranti collegamenti con Radio Atene dove una simpatica inviata (dall’accento inequivocabilmente e volutamente cagliaritano) che saluta con Kal’Emera e Kal’Espera intervista Platone, e Socrate, e Agatone, come fossero vivi, regalando loro l’immortalità che meritano, rivolgendo loro domande a tema: “Ma l’amore è mortale o immortale?”  

Ed ecco gli interventi tratti dal Simposio sulla natura di Eros, sul mito degli androgini, sul ritratto di Amore. L’Amore “(…) è sempre povero, ed è molto lontano dall’essere delicato e bello, come pensano in molti, ma anzi è duro, squallido, scalzo, peregrino, uso a dormire nudo e frusto per terra, sulle soglie, delle case e per le strade, le notti all’addiaccio; (…) ciò che acquista sempre gli scorre via dalle mani (…) e non è mai né povero né ricco. (…)Amore è amore del bello (…)” (Simposio).

E come in ogni radio che si rispetti non sono mancati gli spot, tutti rigorosamente imperniati sul linguaggio dei sensi e delle emozioni, e brevi spazi musicali, primo tra tutti “Meravigliosa creatura” di Gianna Nannini. Perché l’amore è una creatura meravigliosa che si impossessa di noi senza preavviso, che orienta la nostra esistenza, che determina elevazione conoscitiva, parafrasando Platone, e di cui ognuno sente il bisogno.

I ragazzi, che erano stati preparati all’argomento, hanno seguito con un interesse e uno spirito di coinvolgimento che sottolinea l’importanza di iniziative extracurricolari come questa, capaci di stimolare la riflessione su temi di grande attualità che non vivono esclusivamente nelle pagine dei testi scolastici ma intessono il nostro vissuto, ci riguardano, e allora studiarli val la pena.

Val la pena appassionarsi al Simposio, che non è superato ma consente l’immersione in argomenti attualissimi: l’incontro con la propria metà, l’incompletezza degli uomini, il significato della Bellezza, dei corpi, dei volti, dell’anima, dell’essere. Val la pena lasciarsi trasportare dal linguaggio classico di Apuleio che ci conduce all’Olimpo, alle sue divinità, alla mitologia, a quel significato di bene, di bello e di vero che ancora orienta le nostre vite, a prescindere dall’epoca storica di riferimento.

Un profondo grazie al Teatro Stabile di Sardegna.   

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