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La cultura dell'insegnante

La cultura dell'insegnante

Su “Repubblica” del 16 giugno 2005, Corrado Augias risponde alla bella lettera di Patrizia Rimossi, che lamenta i disagi, per sé e per gli studenti, della sua condizione di insegnante precaria, destinata ogni volta – da dieci anni - ad una scuola diversa.

“Ho sempre pensato” – scrive Augias – “che il vero patrimonio della scuola siano gli insegnanti che giudicano il loro mestiere il più bello del mondo. I programmi e le riforme dei ministri vengono dopo, molto dopo (...) Definisco colta una persona capace di ragionare, di conoscere e soprattutto di articolare in una visione globale e in un sistema di valori le proprie conoscenze; in questo senso un insegnante dovrebbe essere colto. E' certamente colto il professore che insegna il rispetto della libertà, la correttezza logica di un ragionamento, la distinzione tra ciò che è oggetto di fede e ciò che è oggetto di ragione, tra ciò che compete alla razionalità e ciò che appartiene al sentimento, ciò che si può dimostrare e ciò in cui si può credere.”  

Ho riportato ampiamente l’articolo di Augias perché, leggendolo ho ritrovato, espresse con parole semplici e dirette, le stesse esperienze di insegnamento e le stesse convinzioni che animano il mio lavoro e quello di tanti colleghi del Pirandello, così come di molte scuole statali.

Personalmente condivido ogni parola di questo scritto, che corrisponde esattamente alla mia visione della scuola ed allo scopo più autentico del lavoro svolto in tutti questi anni.  

Nelle nostre mani, come scuola libera e non dipendente dal Ministro di turno, c’è la possibilità concreta di mettere in secondo piano la burocrazia – e la cattiva politica - e privilegiare la cultura dell’insegnamento: in questo consiste, secondo noi, la vera missione della scuola non gestita dallo stato, che dovrebbe concorrere al miglioramento del sistema di istruzione e della società intera, e perciò preferisco chiamarla scuola libera.  

Conclude Augias: “La lettera di Patrizia Rimossi fa pensare a tutto ciò che perdiamo come investimento sul futuro scoraggiando tanti insegnanti, sballottandoli di qua e di là, togliendogli ogni sicurezza”.  

Nella filosofia del Pirandello questo investimento è al primo posto. Nel nostro piccolo facciamo quel che possiamo, ad ogni sviluppo della scuola, per dare sicurezza e coltivare, nei nostri insegnanti, la passione per il “mestiere più bello del mondo”.

SCRITTO DA FAUSTO FERRARA - DIRETTORE SCUOLA PIRANDELLO 

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